Nella stanza di Penelope

Nella stanza di Penelope (titolo provvisorio)
progetto di spettacolo per una riscrittura contemporanea del mito

a cura di Paola Fresa e Christian Di Domenico con la collaborazione di Federica Parolini


IDEA PROGETTUALE

Premessa
Penelope è emblema dell’attesa. Aspetta Ulisse, sposo ed eroe, partito vent’anni prima per una guerra dalla quale tutti gli altri Achei hanno fatto ritorno. Perso nel mar Mediterraneo, naufrago su diversi lidi per volere di Poseidone, Ulisse è protagonista leggendario di una narrazione che attraversa i secoli.
Penelope invece la guerra ce l’ha in casa: sola al comando di Itaca, assediata da pretendenti che rappresentano una minaccia per suo figlio, attende e sopporta, si oppone al potere maschile per i mezzi che il suo tempo le offre, contrapponendo all’arroganza dei Proci la sua caparbietà femminile.
Nonostante questo, ben poco si conosce della vita di Penelope, la sua storia personale è narrata per lo più in relazione al suo ruolo di moglie e madre.1
Un’infanzia segnata da un tentativo di annegamento ordinato dal padre, dal quale l’anatroccola2 si salva per pura casualità, il rapporto con la madre, tanto bella quanto anaffettiva e distante, il continuo confronto con le terribili cugine, Elena e Clitennestra, fanno di Penelope una combattente, ben diversa da “quella piccolo-borghese che aspira solo alla tranquillità domestica”, come la definì Gabriele D’Annunzio.3
Se quindi per dirla con Calvino “classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire”, Penelope è una figura chiave con cui misurare il nostro rapporto con l’antichità.


Il progetto di ricerca

La domanda dalla quale siamo partiti è dunque chi è Penelope oggi.
Una donna che aspetta per anni un uomo che non sa dire se sia vivo o morto, di cui riceve nel tempo informazioni frammentarie, più vicine al “si dice” che alla realtà dei fatti. Una madre che cresce da sola un figlio che, a sua volta, non ha mai conosciuto il padre e che, nutrito dal suo ricordo, si appresta a diventare un uomo. Una donna che deve quotidianamente confrontarsi con un contesto sociale che mette in discussione le sue scelte, prima fra tutte quella di attendere.
Una ricostruzione letteraria della biografia di Penelope4 è il presupposto al lavoro drammaturgico che segue i dettami propri del processo di “ricalco” 5 secondo cui una storia nota viene sottoposta a un’operazione di riscrittura attraverso tre passaggi: riduzione, astrazione e interpretazione.
Sulla base dell’applicazione di questo schema, la vicenda originaria rimane riconoscibile ma solo alcuni dei temi che suggerisce convergono nella riscrittura, pur nel rispetto filologico di quanto riportato dalla letteratura precedente.
Con questa drammaturgia, s’intende indagare in particolare:

  • –  Il binomio attesa/abbandono
  • –  Il binomio ruolo sociale/identità personale
  • –  Il tema della maternitàIn particolare s’intende investigare la validità del modello femminile proposto dalla figura di Penelope nel contesto contemporaneo.
    A questo fine fondamentale sono le indicazioni di analisi fornite dal sociologo Erving Goffman:6

    “Quando un individuo viene a trovarsi alla presenza di altre persone, queste in genere, cercano di avere informazioni sul suo conto o di servirsi di quanto già sanno di lui. Le notizie riguardanti l’individuo aiutano a definire una situazione, permettendo agli altri di sapere in anticipo che cosa egli si aspetti da loro e che cosa essi, a loro volta, possono aspettarsi da lui. Sarà suo interesse controllare la condotta altrui, e in particolare il trattamento che gli viene riservato. Gli altri, a loro volta, possono essere adeguatamente impressionati dai tentativi fatti dall’individuo per comunicare qualcosa, o possono non comprendere la situazione ed arrivare a conclusioni diverse da quelle volute dall’individuo o non giustificate dai fatti. Con ciò è dimostrata la fondamentale asimmetria del processo di comunicazione”. Nella nostra interpretazione del mito di Penelope è quindi fondamentale il rapporto con lo spazio scenico, come luogo rappresentativo della dicotomia tra un dentro e un fuori, tra

    individuo e collettività. La stanza di Penelope è il campo paradigmatico in cui si fronteggiano essere e apparire, intimità e società.

    GRADO DI AVANZAMENTO DEL PROGETTO
    Dopo la condivisione inziale di materiali e suggestioni intorno al tema, finalizzata all’individuazione di una comune grammatica d’indagine rispetto alla vicenda di Penelope, nel luglio 2022 c’è stata una prima fase di confronto in sala, fondamentale per orientare in maniera chiara il lavoro sui contenuti drammaturgici a nostra disposizione.
    Allo stato attuale la scrittura è in fase di definizione, in vista di un successivo incontro alla fine di settembre 2022, quando la nostra narrazione di Penelope troverà forma in una sequenza non ordinata di scene, oggetto di investigazione per attore, regista e scenografo intorno ai temi prescelti. Da questo momento in poi, sarà il lavoro in sala a definire lo sviluppo e l’esito della vicenda, svelando dettagli nuovi del profilo del personaggio e la natura dello spazio che abita.
    Contestualmente s’intende portare avanti un lavoro di ricerca sul campo finalizzato al tracciamento di elementi di contatto tra la biografia del personaggio e le esperienze di donne non illustri7, grazie alla collaborazione con la “Casa della Donna” di Pisa.
    Prima dell’inizio del periodo di residenza, s’intende quindi organizzare una serie di iniziative di esplorazione del mito, con la finalità di interrogarsi sull’attualità dei temi proposti dalla figura di Penelope.
    A titolo esemplificativo ma non esaustivo di seguito si riportano alcune delle attività previste da progetto:

    • –  interviste all’utenza aderente al progetto: sulla base della biografia di Penelope – tracciata seguendo gli elementi della sua vita raccolti in letteratura dall’infanzia all’età adulta – s’intende promuovere una serie di interviste anonime all’utenza, con la finalità di attingere episodi e dettagli reali che portino nutrimento alla stesura di un nuovo profilo del personaggio.
    • –  Incontri con l’utenza. Il tema della lettera:
      1. a)  partendo dalla prima elegia della raccolta Heroides di Ovidio che porta propriola firma di Penelope, s’intende proporre alle partecipanti agli incontri l’occasione per una riscrittura della celebre lettera ad Ulisse sulla base del proprio bagaglio esperienziale.
      2. b)  partendo dagli studi dello psicologo americano James W. Pennebaker riguardo al potere curativo della parola, s’intende proporre alle partecipanti agli incontri, un percorso di scrittura autobiografica sul tema dell’infanzia, dell’educazione e del rapporto con il corpo e con la sessualità.

      Non si esclude di poter ripetere l’esperienza in occasione della residenza, laddove le condizioni lo consentano e potendosi avvalere del supporto di un ente specializzato in servizi relativi alla questione di genere.

    PARTNER DI PROGETTO E RESIDENZE IN PROGRAMMA IN ALTRE REGIONI

    Officina Corvetto Festival, associazione culturale, Milano: è la produzione esecutiva del progetto. Dal 2020, anche grazie a un finanziamento del Comune di Milano denominato “La Scuola dei Quartieri”, si occupa di attività ed eventi intorno al mondo della narrazione e di progetti di educazione a un uso consapevole del linguaggio attraverso la lettura, la scrittura e il teatro.
    Kanterstrasse, compagnia teatrale, Terranova Bracciolini (AR): presso il Teatro delle Fornaci (sede della compagnia) dal 21 al 30 aprile, Kanterstrasse ospiterà il progetto sostenendolo con una residenza. Si prevede al termine del periodo di allestimento un’anteprima del lavoro.