RESIDENZA VITTORIO PAGANO | AMA – Accademia Mediterranea dell’Attore

RESIDENZA VITTORIO PAGANO

AMA – Accademia Mediterranea dell’Attore




Dopo essersi misurata con la poesia di Claudia Ruggeri, Vittorio Bodini, Rina Durante e Wilma Vedruccio nella performance poetica LA VITA E’ FORSE COSI’, l’Accademia Mediterranea dell’Attore propone di focalizzare la residenza sullo poesie di Vittorio Pagano tratte dal volume pubblicato dall’edizioni Musicaos.

CHI E’ VITTORIO PAGANO
 

Vittorio Pagano (Lecce, 1919-ivi 1979) è stato l’ultimo custode di una koiné ermetica in un’epoca, fra il secondo dopoguerra e la fine degli anni Sessanta, segnata da tante adesioni o conversioni al neorealismo prima, e dall’emersione delle istanze neoavanguardistiche poi; ed è stato un abile cesellatore delle forme chiuse quando ormai si iniziava a diffondere un dettato sempre più lasco o magmatico. La sua poesia innestava nella grammatica ermetica, alla quale si avvicinava con reverenza e devozione, inquietudini rivenienti da una lunga confidenza con la letteratura francese medievale, con Villon e con i Maudits, di cui fu apprezzato traduttore, riaggiornando con una sensibilità tutta contemporanea, e senza castrare la sua naturale inclinazione a un virtuosismo formale funambolico, un ricco repertorio di allucinate perlustrazioni urbane, malinconie e perdizioni, ricucite addosso a un soggetto lirico perennemente scisso e decentrato, polveroso superstite di una turris eburnea ormai in macerie. Il presente volume raccoglie, a cento anni dalla nascita e a quaranta dalla scomparsa, tutte le opere poetiche pubblicate in vita, ormai da tempo irreperibili: Calligrafia astronautica (1958), I privilegi del povero (1960), Morte per mistero (1963) e Zoogrammi (1964).
 
Vittorio Pagano come scrisse Gino Pisanò ‘”conobbe la condizione di ospite o di prigioniero, e pur attratto dalla forza numinosa della poesia che lo chiamava altrove, rimase nella sua terra e fu subito estraneo e “maledetto”. Questa condizione, che Baudelaire canonizzò nella diadica conflittualità fra ennui-ideal, non solo marcò di Pagano il costume di ogni giorno ma fu anche la matrice psicologica della sua sterminata attività di traduttore e di poeta, sicché egli fu tanto fedele e regolare nella poesia, quanto “irregolare” nella vita..
 
La residenza che si propone è parte importante del processo di creazione e di co-creazione di una performance il cui debutto è previsto a dicembre 2023.
 
Una prima fase di lavoro ha visto coinvolti oltre agli allievi ed ex allievi di Ama, anche la disegnatrice francese Camille Cimper e l’attore e regista Marcello Sambati. Si è partiti dal presupposto che la poesia non si recita, si assume, in tutte le sue parti. Apre spazi e articola drammaturgie, assumerla vuol dire abitarla, assunzione dunque, fin nell’intimità più profonda. Chi la dice, chi la mette in scena, deve essere sensibile e avventurarsi nelle deformazioni del proprio corpo, a modellarlo e piegarlo per farsi visione e ritmo, fragilità e potenza, spazio e drammaturgia in atto, fenomeno e forma inafferrabile, condizioni e territori che il teatro raramente frequenta ma che la poesia naturalmente genera.

Questa seconda fase coinvolge sette allievi di Ama Alice Maffei, Arianna Marangio, Arianna Alfarano, Miriana Moschetti, Samuele Ingrosso, Samuele Spagnolo, Paolo Stanca, condotti dall’attore Lorenzo Paladini
 
Obiettivo della residenza è quella di esplorare ulteriormente il linguaggio poetico di Pagano attraverso lo sviluppo delle potenzialità musicali e vocali dei versi di Pagano. A tal fine si prevede la partecipazione anche di cantanti come Rachele Andrioli e del sound designer Francesco Rizzo.
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