KNOSSOS
Malombra
In residenza presso il Polo di Ruvo di Puglia e Castellana Grotte e il Polo di Taranto

“Danzarono e danzarono le loro immagini, e lui seppe di prendere la fanciulla, non poteva sapere nemmeno che l’uccideva, perché non sapeva cos’era vita e cosa morte” 


Lo spettacolo che vogliamo realizzare trae ispirazione da Il Minotauro di F. Durrenmatt, racconto breve sul mito di Teseo e del labirinto di Cnosso, prigione del minotauro. Durrenmatt racconta il mito attraverso gli occhi del minotauro, metà uomo e metà bestia, un essere fragile, incapace di interpretare la realtà e le proprio emozioni, che desidera incontrare altri esseri.

Il minotauro, rinchiuso in un labirinto di specchi, non conosce nulla oltre se stesso, ed è convinto che gli esseri che vede attorno a se, siano suoi simili che imitano ogni suo movimento. Ci interessa raccontare il suo rapporto con qualcosa di diverso da lui, come la fanciulla che viene mandata nel labirinto come vittima sacrificale.
Il minotauro, vedendo un’immagine diversa da quelle che ha sempre visto attorno a sè, e sentendo il calore di questo essere vivente, che non è il freddo specchio, capisce che la fanciulla è viva ed è lì con lui e quindi non si sente più solo.
La sua felicità è tale da non permettergli di percepire la paura della fanciulla, e da non fargli capire che la sta uccidendo con il suo abbraccio, per la troppa forza. Il minotauro è l’essenza del diverso e di come ci approcciamo al diverso, tema che vorremmo sviluppare durante la residenza. Lui guarda il mondo con gli occhi di un bambino, non ha elementi per decifrare quello che gli succede e le emozioni che prova, ma a differenza di un bambino non potrà crescere e imparare a interpretare il mondo, perché in quanto diverso, in quanto bestia, verrà ucciso. Nel Minotauro non vediamo solo la figura mitologica con corpo di uomo e testa di toro, ma vediamo proprio l’essere umano che suo malgrado agisce come una bestia, così come Teseo che lo inganna e lo uccide, non è meno bestia del minotauro stesso.

Fu sopraffatto dall’odio che l’animale nutre per l’uomo, da cui l’animale è domato, maltrattato, cacciato, macellato, divorato, l’odio primigenio che ciascun animale prova.

Abbiamo lavorato a un’installazione su questo tema e sulla figura della fanciulla. A partire da questo vorremmo elaborare uno spettacolo per un pubblico di tutte le età. Le immagini realizzate nell’installazione saranno il punto di partenza per una scrittura scenica, in cui grazie a improvvisazioni sul palco e lavoro teorico con i tutor, vorremmo arrivare a definire la drammaturgia dello spettacolo.

Parte degli oggetti utilizzati nell’installazione per realizzare le ombre sono composti da rami e radici, a sottolineare la natura atavica dell’uomo-bestia Minotauro, ci piacerebbe mantenere questo aspetto anche nello spettacolo. L’ombra, oltre a essere elemento narrativo è anche un parallelismo con l’immagine riflessa negli specchi che compongono il labirinto.
Immaginiamo uno spettacolo di luci e ombre a proiezione frontale, uno spazio scenico abitato da un performer e dalla macchina scenica utilizzata per creare le ombre. Gli animatori delle ombre sono parte della macchina che all’occorrenza diventano personaggi, restando a servizio della macchina. Tutto ciò che viene utilizzato per creare le ombre si troverà sul palcoscenico e sarà visibile dal pubblico.

Crediti (non definitivi)
ideazione e regia: Marco Guarrera
aiuto regia: Camila Chiozza
collaboratori: Guido Bertorelli, Camilla Olimpia Zecca

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