RESIDENZA > 2020
COMPAGNIA > Carmentalia / Confraternita del Chianti
POLO > Manfredonia

 

LEVIATANO
di Riccardo Tabilio
con Giulio Forges Davanzati, Alessia Sorbello, Andrea Trovato
assistente alla regia Cristina Campochiaro
scenografie video Antonio Simone Giansanti
disegno luci Enzo Biscardi
dramaturg Chiara Boscaro
regia, scene e costumi Marco Di Stefano
Una collaborazione tra Compagnia Carmentalia e La Confraternita del Chianti.


Despite all my rage
I am still just a rat in a cage
Bullet With Butterfly Wings, The Smashing Pumpkins

Leviatano è uno spettacolo rock. Il racconto di un caso di cronaca che diventa emblema di
uno dei mali della contemporaneità: l’Effetto Dunning – Kruger.
Un racconto profondamente radicato negli anni ’90, uno dei decenni più rivoluzionari a
livello musicale. Ed è proprio con questa musica – interpretata dal vivo dagli attori – che
vogliamo costruire la drammaturgia dello spettacolo, sfruttando al meglio le qualità vocali e
musicali dei tre interpreti.
Valorizzare la dimensione “frontale” prevista dal testo in un concerto che sappia unire scene
di fiction e momenti metateatrali attraverso il filo conduttore della musica. Una musica che è
anche bagaglio personale del gruppo di lavoro, composto da artisti tra i 35 e i 40 anni che con
questa musica sono cresciuti.
Intendiamo fare un lavoro molto rispettoso della struttura e delle battute del testo di Riccardo.
Un testo che ci ha colpito per la sensibilità comune alla nostra e per il tema trattato, sul quale
stavamo riflettendo anche noi in questo periodo. Riccardo ha costruito un testo molto efficace
che va tutelato, lasciando tuttavia degli spazi per gli attori in modo che lo possono riempire
con la loro soggettività e il loro vissuto in scena. E su questi aspetti personali del gruppo di
lavoro che vogliamo lavorare costruendo e indagando relazioni ulteriori, interne al gruppo di
performer. A questo si aggiunge la relazione con gli spettatori che, nella nostra idea, sono
partecipanti attivi. Spettatori che possono entrare in dialogo con gli interpreti oppure
semplicemente assistere, ma anche ballare, cantare (se sanno le parole delle canzoni) e,
perché no, bere un bicchiere con la compagnia durante lo spettacolo.


Nel 1995 la polizia di Pittsburgh, Pennsylvania, si presenta a casa di McArthur Wheeler per arrestarlo: McArthur Wheeler, 44 anni, incensurato – un metro e sessantotto per 125 chili – è stato riconosciuto colpevole di rapina aggravata ai danni di due banche. Apre la porta agli agenti e sbianca: «Com’è possibile? Ma io avevo in faccia il succo di limone.» Il succo di limone… Gli inquirenti si scambiano uno sguardo. Il succo di limone, ossia… il succo dell’invisibilità? Il caso di un rapinatore improvvisato che, suggestionato da un esperimento con l’inchiostro simpatico, si strizza un limone in faccia e poi assalta due banche finisce in mano a due studiosi di psicologia sociale, David Dunning e Justin Kruger. Il caso Wheeler diventa lo spunto per una «teoria della stupidità»: il cosiddetto Effetto Dunning-Kruger. La ricerca viene pubblicata, ha un enorme successo e consegna al mondo l’archetipo mitologico degli stupidi: McArthur Wheeler, appunto. Leviatano parte da qui, da questa storia di cronaca degli Anni Novanta, e la racconta a partire dalle fonti giornalistiche e accademiche. La insegue e la interpreta, affondando lo sguardo nella stupidità – motore potente della Storia – e nelle sue origini. Come il romanzo di Paul Auster a cui Leviatano deve il suo titolo, compie una ricostruzione, ricercando in essa – la storia di un uomo solo tra le rovine dell’America post-industriale – in controluce, la filigrana del mondo contemporaneo.

Riccardo Tabilio

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