MANGIATORI DI FILO

RESIDENZA 2019 >

testi e regia Ida Chiatante
aiuto regia Michele Bramo
scenografie Ida Chiatante e Lucia Longano
con Michele Bramo, Vito Gioffreda, Daniela Delle Grottaglie, Chiara Petillo
con la partecipazione di Don Ciccio, Giuseppe Marzio, Mouhamed Mbye
film maker Marica de Michele
musiche Angelo Losasso

dal 30 settembre al 5 ottobre 2019


 

I nostri progetti di vita, partendo dalla loro quotidianità, implicano il riconoscere la complessità del mondo e la relatività di quello che ne possiamo pensare, cercando di navigare la prima e accettare con i limiti che ci impone la seconda. [Ezio Manzini]

Il progetto nasce dall’esperienza maturata nelle antiche botteghe sartoriali e dalle figure emblematiche dei sarti. Si attraversano temi, luoghi, affetti, oggetti e luoghi pregnanti, restituendo un affresco della società italiana degli anni ‘60: il ruolo della donna relegata dentro le mura domestiche alla funzione di ricamatrice o “occhiellatrice”; i legami regolati da tradizioni tra persone; la bottega intesa come famiglia e scuola di vita. L’ago e il filo simboleggiano le radici di una comunità annodata al territorio, scandita dai tempi lenti della vicinanza che stridono con la frenesia e i dettami del capitalismo contemporaneo rappresentato in scena da un imprenditore arrogante e senza scrupoli. Il percorso del progetto si incrocia con la vita di un migrante africano che bussa alla porta della sartoria per trovare lavoro e che incrina gli equilibri mettendo in discussione i valori della comunità.
L’intento è quello di cucire mondi in apparenza lontani e umanamente vicini. Prenderanno vita abiti che sono case e universi emozionali. Si vuole tramandare una memoria persa senza sguardo nostalgico, e anzi critico, aprendo alle possibilità di nuovi modi di stare al mondo.


 

Ida Chiatante
Designer eclettica e poliedrica. Si laurea al Politecnico di Milano in Industrial Design con specializzazione “Moda e Comunicazione”. Consegue un master su “Design dell’accessorio e del tessuto” alla Scuola Tessile di Como e una specializzazione in Visual Merchandising all’AssoVisual Milano. Entra nella realtà delle ultime botteghe sartoriali dell’abito fatto a mano da uomo per apprenderne le antiche tecniche e vivere da dietro il bancone l’atmosfera lenta, unica e rituale di questi luoghi, da qui il progetto “Sartorie”, selezionato come progetto editoriale al Sifest – Festival di Fotografia di Savignano 2016. Contemporaneamente guarda alle nuove tecnologie che utilizza nelle sue collezioni firmate Studio IdaKia. Ottiene la menzione speciale per StartCup Puglia 2015 categoria Innovazione Sociale e per due anni segue, come fashion designer e responsabile di sartoria, il progetto di moda sociale chiamato “Abiti dal Mondo”, laboratorio e negozio appartenenti all’Associazione Salam Ong con cui ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui l’ADI Design Index 2018. Indaga il processo progettuale come politica del quotidiano e in relazione alla comunità. All’attività professionale di designer affianca quella di artista “a briglie sciolte”, utilizzando diversi mezzi espressivi dalla fotografia al video, alla tessitura, alla ceramica: installazione “Papaveri, girasoli e fili” ad AR[t]CEVIA 2016 (Arcervia – AN, Palazzo dei Priori), scultura “Pane di lacrime” ai Mille di Sgarbi 2019 (Cervia – RA, Magazzini del Sale) e primo premio al concorso fotografico internazionale della Fondation Alliance Française sul tema “Moda e codici d’abbigliamento del mondo” 2017 (Bari, Artoteca Alliance).