Barbie e Ken – riflessioni su una felicità imposta –

 

Compagnia: Compagnia Teatro la Fuffa
Referente: Filippo Capparella
Periodo: 23 novembre – 2 dicembre 2021
Polo TRAC: Taranto (sala grande)
Tipologia di residenza: Bando nuove generazioni
Giorni di residenza: 10

 


PRESENTAZIONE DEL PROGETTO
« Perché sei felice Ken?” “Perché sorrido. » Due attori in scena. Sono Ken e Barbie nello scaffale del Toys
Center. Due bambolotti creati dall’uomo a sua «immagine e somiglianza» che si trovano costretti ad
eseguire dei comportamenti stereotipati indotti dal loro “ruolo” in quanto “modelli” per bambini. I due
fatalmente e involontariamente si ribelleranno a quello schema mettendo in dubbio il loro sapere surrogato
e andando incontro a tutte le domande e le contraddizioni umane.
Ken e Barbie diventano qui due Vladimiro ed Estragone sospesi in una dimensione senza tempo. È a loro
concessa una visione parziale e già predeterminata di quella che sarà la loro vita, concessa da un «potere»
invisibile che li ha fagocitati. I due protagonisti sono mossi dall’assidua ricerca della felicità. Il meccanismo
verrà sovvertito dai dubbi di Barbie, quando si chiederà se esiste qualcos’altro oltre alla felicità. La
distruzione di Ken e Barbie sarà proporzionale ad un loro assomigliare all’essere umano.

L’apice della disgregazione sarà quando Ken e Barbie, quasi del tutto umani, borghesi, dopo una lite alla
stregua del “peggior” Ibsen, romperanno il meccanismo di cui sono vittime in quanto modelli e si
troveranno in un candido paradiso terrestre post-apocalittico a conversare statuariamente come fossero l’
Adamo ed Eva nell’eden del ventunesimo secolo.

INTERATTIVITÀ
Ad un certo punto i due bambolotti interrogheranno direttamente il pubblico su come dovrebbero
comportarsi a letto;
Il pubblico dovrà spiegare loro come si fa sesso e i due attori prenderanno alla lettera ciò che il pubblico gli
dirà (non potendo prescindere dall’effettiva mancanza degli organi genitali in Ken e Barbie). In questo
rapporto pensiamo che possano evidenziarsi le storture che si mettono in atto quando si cerca di parlare ai
bambini di questi argomenti.

TEMATICHE
La scatola della Mattel diventa metafora della prigione che ci stiamo creando, prigione che la pandemia ha
solo evidenziato.
Ken e Barbie diventano rappresentanti della meccanica alienazione dell’epoca dei «Millennials ». Il testo
inoltre tocca tematiche quali la strumentalizzazione e sessualizzazione dei corpi di Barbie e Ken e la
stilizzazione di genere a cui i bambini sono bombardati fin da prima della nascita.

FONTI PER LO STUDIO
Il nostro studio ha visto la partecipazione della sessuologa Cristiana Dalla Zonca, con la quale abbiamo
approfondito i temi del progetto attraverso le esperienze vive dei suoi pazienti. Abbiamo inoltre intenzione
di organizzare delle tavole di discussione, per nutrire la nostra drammaturgia di elementi vivi derivanti dal
confronto con i cittadini.

GLI OBIETTIVI PER LA RESIDENZA
Il primo è legato ad un aspetto più teatrale.
Infatti in questo momento abbiamo già diverse scene/ quadri che vorremmo inserire all’interno dello
spettacolo.
Il lavoro in residenza si occuperebbe di consolidare una struttura/un’arcata sulla quale ci riserviamo ancora
dei dubbi creativi.
Vorremmo che la distruzione di Ken e Barbie fosse proporzionale ad un loro sempre maggiore assomigliare
all’essere umano, nello specifico medio borghese.

Il secondo aspetto è più tecnico: Ken e Barbie si muoveranno in uno spazio molto cangiante (ad un certo punto Barbie per sbaglio giocherà a
fare la guerra e i due pupazzi si troveranno immediatamente immersi in uno scenario alla “Apocalypse now”
per qualche secondo, per poi tornare alla realtà).
Quindi vorremmo cercare questa “adattabilità” di diversi scenari attraverso le luci.
Infine vorremmo approfittare di elementi quali la macchina del fumo e la luce stroboscopica per
sperimentare quello che pensiamo possa diventare nel finale, un ambiente post-apocalittico.